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Tra natura e sogno: i paesaggi di carta e luce di Helen Musselwhite per Foscarini

22/05/2025
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L’universo artistico di Helen Musselwhite si compone di ritagli di carta, pieghe e ombre che raccontano la meraviglia del mondo naturale. Per What’s in a lamp?, l’artista reinterpreta alcune lampade Foscarini, trasformandole in paesaggi onirici di carta. Un delicato dialogo tra luce, natura e artigianalità, che rivela la poesia nascosta negli oggetti quotidiani.

Scopri di più su What’s in a lamp?

Nel suo studio a Manchester, alle porte della campagna inglese, Helen Musselwhite dà forma a paesaggi incantati intagliando e sovrapponendo ritagli di carta con una maestria che unisce artigianalità, visione artistica e innovazione. La sua arte esplora la bellezza della natura con un’attenzione minuziosa al dettaglio: dai piccoli animali ai paesaggi incantati ogni elemento è costruito con precisione e poesia, e un materiale semplice come la carta genera scenari narrativi densi di suggestione.

Per il progetto What’s in a Lamp? di Foscarini, l’artista britannica ha creato una serie di opere che reinterpretano alcune lampade Foscarini, scelte tra quelle in cui il design o il nome evocano elementi del mondo naturale.

Mediante la la sua inconfondibile tecnica di layering — una costruzione minuziosa, strato dopo strato, con carte di diversi pesi e colori — ogni lampada è incorniciata in un racconto tridimensionale che si sviluppa a partire dalla sua forma, evocando emozioni e visioni. In queste composizioni, la luce non è solo un soggetto: è una materia viva che dialoga con la carta, modellando le scene, generando ombre, profondità e ritmo. Il risultato sono opere tanto delicate quanto complesse, capaci di trasportarci in una dimensione sospesa tra sogno e realtà, dove ogni lampada diventa una porta d’accesso a un mondo da esplorare.

“Mi piace l’idea che, con la carta, possa creare qualsiasi cosa la mia creatività desideri. È un materiale semplice, ma le possibilità sono infinite. Carta e luce diventano entrambe materie che plasmo: attraverso la stratificazione e il gioco di luci e ombre posso dare profondità, suggerire movimento e raccontare storie che si accendono sotto lo sguardo di chi osserva.”

HELEN MUSSELWHITE
/ ARTISTA

Scopri l’universo immaginifico di Helen Musselwhite: leggi l’intervista completa per conoscere più a fondo la sua visione creativa. Segui su Instagram il progetto What’s in a Lamp?, e lasciati ispirare dalle prossime visioni di luce.

Raccontaci un po’ di te e del tuo percorso. C’è stato un momento o un’esperienza che ti ha spinto a intraprendere una carriera nell’arte?

Vengo da una famiglia di artisti e creativi dilettanti. Sin da piccola, ero circondata da esempi di creatività: mio nonno dipingeva con gli oli mentre ascoltava musica classica, mio padre riparava di tutto, dai giocattoli ai trattori, e mia madre, che è stata la principale fonte di ispirazione per i miei interessi creativi, sperimentava continuamente nuove attività artistiche e mi incoraggiava a fare lo stesso. L’influenza di questo spirito è presente in tutto ciò che faccio, e per questo sono davvero grata.

 

Come descriveresti il tuo stile?

Il mio stile è grafico, colorato e intricato. Si basa molto sull’artigianato, sul processo e sul dettaglio. In passato ho cercato la perfezione, ma ultimamente sto cercando di accogliere le imperfezioni che inevitabilmente derivano dal mio lavoro manuale, un po’ nel senso del Wabi Sabi. Penso che sia anche una reazione all’AI.

 

Cosa ti ha attratto della carta come materiale principale? E cosa ti affascina ancora delle sue infinite possibilità?

Ho iniziato a usare la carta perché è un materiale semplice, accessibile e molto versatile. Le prime opere erano tutte bianche, e mi piaceva l’idea che, pur aggiungendo complessità e dettaglio, mantenessero una qualità calma e minimale, perché era bianco su bianco. Ma presto è arrivato il colore! I motivi iniziali che mi hanno spinto a scegliere la carta mi affascinano ancora oggi: amo che un semplice foglio possa trasformarsi in qualsiasi cosa la mia creatività desideri.

 

Le tue opere tridimensionali di carta sono riconoscibili per la loro complessità, l’uso dei colori vividi e una forte componente narrativa. Come sei arrivata a sviluppare questo stile così distintivo?

Il mio lavoro si colloca tra il 2D e il 3D; il modo migliore per descriverlo è 2.5D. A volte il mio lavoro diventa completamente tridimensionale, ma mi piace stare in quella zona intermedia. Ho iniziato a usare la carta e la tecnica del layering perché non mi sentivo sicura nel lavorare nel tradizionale 2D. Inoltre, non avendo imparato a illustrare digitalmente, sentivo il bisogno di aggiungere qualcosa di originale, qualcosa che mi distinguesse.

Negli ultimi anni, mi sono concentrata molto sull’aspetto narrativo del mio lavoro, spesso ispirato ai ricordi d’infanzia: la gioia e il senso di meraviglia che provavo visitando villaggi in miniatura, creando giardini su coperchi di scatole di biscotti e, in particolare, alcune immagini hawaiane che appartenevano a uno zio, fatte di strati di carta, corteccia e rametti. Volevo davvero entrare in quei mondi, rimpicciolirmi e camminarci attraverso!

 

Come si inserisce questa collaborazione per il progetto What’s in a Lamp? nel tuo approccio artistico?

Sono stata molto felice di contribuire a What’s in a Lamp?. Il mio interesse per la creatività si estende anche al design di interni e di prodotto, e Foscarini è un marchio che seguo con interesse per la sua innovazione, distintività e artigianalità. Tutti questi elementi sono ciò che ammiro e cerco di riprodurre nel mio lavoro.

 

Qual è il tuo processo creativo quando lavori alle tue opere? Hai rituali o abitudini particolari che segui per stimolare la tua visione artistica?

Il mio processo creativo è principalmente analogico. Inizia con appunti e schizzi veloci che poi ingrandisco con una fotocopiatrice e perfeziono decidendo strati e dettagli. Aggiungo colore ai miei schizzi con pennarelli, una parte del processo che adoro e che faccio da quando ero bambina, anche se allora usavo semplici pennarelli e non quelli costosi di oggi!

Poi passa alla fase di realizzazione: gli strati e gli elementi vengono tracciati sulla carta, ritagliati e assemblati.
L’ultima fase è la fotografia, dove mi immergo nel mondo digitale, da sola o, preferibilmente, con un fotografo professionista.
Mi piacerebbe che il mio processo fosse più ordinato, ma il mio studio, purtroppo, diventa sempre un disastro, quindi dopo ogni progetto faccio una bella pulizia per prepararmi a fare tutto da capo! Un’altra parte importante della mia giornata è fare una passeggiata. È qualcosa che facevo con il nostro Labrador Earl (rip), e che continuo a fare. Trascorro molte ore seduta a fare azioni ripetitive, quindi sento il bisogno di una pausa, sia per il corpo che per la mente. Spero anche di avere presto un altro amico a quattro zampe con cui condividere le passeggiate…

 

Ci racconti qual è il concetto centrale o l’ispirazione alla base della serie What’s in a Lamp??

L’ispirazione dietro la serie What’s in a Lamp? nasce dall’idea dei designer o dai nomi delle lampade che ho scelto. Il filo conduttore che unisce i vari lavori sono le silhouette che fungono da cornice, attraverso le quali si svelano strati e dettagli all’interno. Questo approccio ha funzionato bene in questo progetto per definire la forma e il contorno delle lampade, e mettere in evidenza le storie e i concetti di design all’interno delle forme stesse.

 

La natura gioca un ruolo centrale nel tuo lavoro. Come si è manifestata questa connessione in questa serie? C’era qualche emozione o storia particolare che volevi trasmettere?

Alcune delle lampade che ho scelto di rappresentare sono collegate alla natura, sia nel nome che nel design. Per questo motivo, sono state una fonte naturale di ispirazione.

Hai un’opera preferita in questa serie? Cosa la rende speciale?

Birdie e Gregg sono state le prime che ho scelto. Mi piaceva l’idea che illuminassero un momento fugace: un uccello che vola e creature notturne che passano nella luce che esse proiettano.

 

Cosa significa per te la creatività?

Per me la creatività significa essere ispirati a pensare, fare o creare qualcosa. È qualcosa di fugace, che a volte è difficile catturare e definire, ma che è sempre intorno a noi.

Scopri di più sulla collaborazione con Helen Musselwhite e la serie completa sul canale Instagram @foscarinilamps, ed esplora tutte le opere del progetto What’s in a Lamp?, dove artisti internazionali sono chiamati a interpretare la luce e le lampade Foscarini.

Visita @foscarinilamps su Instagram
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